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Vedere e non toccare: l'estate di Tantalo, tra mare sporco e troppo stress


L'estate di Tantalo, tra mare sporco e troppo stress

È arrivato settembre, e i sogni di un’estate improvvisamente si infrangono lungo lo spartiacque che separa la luce dalle tenebre, il dinamismo dalla routine, la gioia dalla noia, l’eros da thanatos. Un’estate, quella in dirittura d’arrivo, assai meno estate del solito però per chi vive, o villeggia, nei pressi di città costiere come Nocera, Falerna, Gizzeria e Lamezia Terme, tutte sul versante tirrenico della provincia di Catanzaro e tutte ascrivibili, insieme a diverse altre, a quello che prende il nome di Golfo di S. Eufemia. Parliamo di luoghi le cui bellezze paesaggistiche lasciano mozzafiato, la cui natura ha donato ad abitanti e turisti quanto di meglio potesse offrire, le cui risorse idriche realizzano veri e propri miracoli: a due passi dal mare infatti, all’interno del comune di Lamezia Terme, sono presenti le celebri Terme di Caronte, famose fin dal tempo degli antichi romani e le cui acque possiedono proprietà utili alla cura di malattie delle vie respiratorie, ginecologiche, reumatiche e dermatologiche. Siamo inoltre in un territorio nel quale è già ormai da più di un decennio che va fortissimo uno sport relativamente recente, il kite surf, e questo grazie alle correnti d’aria che vanno formandosi nel golfo lametino: persino i campionati mondiali sono stati organizzati all’Hang Loose Beach, primo di una serie di lidi, tra cui l’ultimo nato è il vasto e popoloso Cool Bay, a nascere nel comune di Gizzeria sulla scorta di una specialità sportiva che attira sempre più turismo di settore.


Fin qui tutto bene: fino a questo punto abbiamo elencato ciò che Dio, o Madre Natura o chi per loro ha generosamente donato alle genti di Calabria. Da questo momento in poi interviene invece la mano dell'uomo, e nello specifico l'uomo di Calabria. L'uomo di Calabria ha avuto infatti la rara capacità di riuscire a distruggere, nel summenzionato tratto costiero e non solo, l'unica vera risorsa disponibile ai fini di uno sviluppo turistico del territorio, il mare: "Abbiamo registrato un calo di affluenza turistica del 50%, sia per quanto riguarda il nostro lido che nella media dei lidi della costa tirrenica catanzarese". A esprimersi sul calo di affluenza della stagione estiva 2016 è Antonio Nirello, proprietario del Lido Mediterraneo di Gizzeria Lido e presidente del CNA Balneatori catanzarese: "Preferisco chiudere già il 5 di settembre e portare il santo a casa in pace, perché non ce la facciamo con le tasse", ragione questa per la quale a fine stagione Nirello chiederà alla regione Calabria la decurtazione dell'imposta regionale per tutti gli esercizi balneari della cosiddetta Costa degli Ulivi, mentre "ai comuni chiederemo di venirci incontro con la riduzione delle tasse sull'acqua o la spazzatura".


Regione notoriamente deindustrializzata, fortemente depressa da un punto di vista imprenditoriale o aziendale, la Calabria potrebbe puntare tutto sulle proprie risorse naturali, godendo, oltre allo splendido territorio montuoso, di costa a non finire. Potrebbe, ma, specie in alcuni punti, non vuole proprio: il report di Goletta Verde a riguardo risulta impietoso, e su 24 punti analizzati nella sola Calabria ben 18 son risultati inquinati o fortemente inquinati. Una situazione alquanto allarmante, un caso che Legambiente ha voluto commentare con le seguenti parole: "Occorre fare presto: il deficit depurativo rischia non solo di compromettere le bellezze naturali di questa terra, ma anche di affossare l’economia turistica. Serve un’azione corale per portare a compimento la vera grande opera pubblica necessaria in questa regione".

Nonostante però l'allarme, lanciato inoltre da più fronti, gli amministratori calabresi sembrano dormire sogni tranquilli, e questo a partire dai piani più alti: nessun comunicato infatti è mai giunto dalla regione, dalla provincia o dai comuni coinvolti nello scandalo depurativo: "A parte la sindaca di Nocera, Fernanda Gigliotti, nessuna comunicazione, nessun segnale da parte di qualsiasi altra istituzione calabrese", commenta Nirello. Unico esempio virtuoso, il comune di Nocera favorirà, attraverso una variazione di bilancio, le imposte che dovranno pagare i lidi presenti sul territorio comunale: "Se lo fa il comune di Nocera - commenta sempre Nirello - perché non lo fanno anche Gizzeria, Falerna e gli altri comuni coinvolti nello scandalo depurativo?".


Al silenzio istituzionale si aggiungono poi le dirette responsabilità degli enti preposti alla depurazione delle acque. "Meglio far gestire la depurazione alla Guardia di Finanza, un ente meno corruttibile, che alle società private" commenta Nirello che, alzando il tiro, aggiunge: "È meglio che non sia la Deca - azienda di depurazione e trattamento delle acque - a gestire la depurazione, perché ne vediamo tutti i risultati: saltano le pompe e i depuratori. Meglio allora tornare ai vecchi tempi e passare il testimone, sebbene con costi maggiorati, ai comuni". Uno scandalo che comporta ricadute, come è ovvio che sia, non solo sul fatturato degli esercizi balneari, ma su ogni altro tipo di attività che attinge al turismo quale bombola d'ossigeno per continuare a tirare avanti: non ultimi, su tutti i cittadini residenti o sugli sfortunati turisti che si ritrovano a trascorrere parte delle proprie vacanze in queste località.


Ed ecco così che, senza quasi accorgersene, il calabrese proprietario di una casa nei pressi delle summenzionate località costiere, o il turista appositamente giunto in loco, si ritrovano a dover subire il celebre supplizio di Tantalo, che, per chi non dovesse ricordarlo, legato a un albero fu condannato da Zeus in persona ad ardentemente desiderare tutta l'acqua e la frutta che aveva nelle sue immediate vicinanze, senza tuttavia poterle afferrare. Perciò, quando ci si trova dinanzi l'impossibilità di raggiungere uno scopo che pure sembra a portata di mano, si parla di supplizio di Tantalo: una pena che, forse, il calabrese si ritrova a scontare per via indiretta. La mancanza di partecipazione, lo scarso senso di cittadinanza, l'individualismo galoppante, l'opportunismo politico-mafioso e il clientelismo sono infatti non solo i mali che attanagliano quella terra meravigliosa, ma anche le debite premesse a una tale débâcle socio-ambientale, nonché turistica ed economica. Il villeggiante della costa tirrenica catanzarese, turista o residente che sia, si ritrova, al fine di concedersi un normalissimo bagno in acque marine mediamente praticabili, a dover fagocitare chilometri e chilometri, scendendo verso il basso tirreno o cambiando del tutto costa: Soverato sembra in confronto i Caraibi, mentre il mare di Scilla assurge a paradiso terrestre.


Facciamo due conti in tasca all'ipotetico turista ritrovatosi suo malgrado a villeggiare lungo la Costa degli Ulivi: affitta una casetta per due settimane alla modica cifra di 1.000 euro, trova nelle immediate vicinanze un ombrellone con lettino e sdraio a 150 euro, si accorge però di non poter fare il bagno in zona, e dunque è costretto a spostarsi. Tanto per poter dire di essere stato veramente a mare, si concede 5 bagni "fuori porta" (di più non potrebbe), ognuno dei quali, tra benzina, ombrellone, pasto, varie ed eventuali, gli costa all'incirca 150 euro (non è solo, ma con l'allegra famigliola). Domanda: tornerà il caro turista a villeggiare nell'allegro e ridente Golfo di S. Eufemia? Io credo proprio di no, perché se Tantalo era condannato, noi, uomini liberi, abbiamo facoltà di scegliere, e l'estate 2017 è gia dietro l'angolo. Ai problemi inerenti la pessima qualità delle acque marine se ne aggiungono poi, come fa notare a chiosa Antonio Nirello, una serie di altri altrettanto gravosi: "Non abbiamo illuminazione sulla strada statale, una parte degli esercizi non sono collegati alla rete fognaria, non esiste una vera opera di depurazione, arrivano i camperisti e non possono andare in bici perché non esistono piste ciclabili: siamo nel terzo mondo, forse in Africa stanno meglio di noi".



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