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Referendum costituzionale: ecco il contro-quesito


La data del referendum costituzionale è stata fissata: il 4 dicembre gli italiani andranno a esprimere la propria preferenza nel merito (si spera) di una riforma che ha già ampiamente diviso l'opinione pubblica, con scontri televisivi spesso furiosi e pubbliche dichiarazioni al vetriolo. Quello che desta più di qualche preoccupazione, come avevamo già espresso a mezzo Facebook in data 18 settembre, è l'oramai celebre quesito referendario, testo contro il quale si sono scagliate, a dirla tutta con enorme ritardo, le opposizioni.

Il testo è infatti palesemente, ampiamente sbilanciato a favore del SI, riportando una piccola sommatoria di presunti, e pur sempre discutibili, aspetti positivi della riforma: "Approvate voi il testo della legge costituzionale concernente 'Disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del Cnel (...)?". Chiunque, anche il sottoscritto, senza conoscere a fondo l'argomento, senza essersi debitamente informato e senza aver dunque puntualmente approfondito il tema oggetto del referendum, dinanzi un quesito simile esprimerebbe un sonoro, fragoroso SI, e questo in quanto lo stesso pone in esclusiva evidenza i presunti, sebbene discutibili, aspetti positivi della riforma stessa. Cosa accadrebbe dunque se il quesito referendario, invece che porre in evidenza i presunti aspetti positivi, concentrasse l'attenzione dell'elettore su tutti quelli, non pochi, decisamente negativi?


Proviamo allora a immaginare un quesito differente, uguale nella forma ma contrario nei contenuti a quello vigente, un quesito dal quale emergano solo una serie di aspetti negativi così come in quello attuale affiorano esclusivamente quelli positivi: "Approvate voi il testo della legge costituzionale concernente 'Disposizioni per l'attribuzione dell'immunità parlamentare a consiglieri regionali e sindaci, l'ineleggibilità dei senatori, la triplicazione, da 50.000 a 150.000, delle firme necessarie per i disegni di legge di iniziativa popolare, la moltiplicazione, fino a dieci, dei procedimenti legislativi (...)?". Chiunque, tra gli indecisi e non solo, opterebbe in tal caso per un più che deciso NO, e questo in quanto nessuno desidererebbe andare incontro a neanche una delle condizioni appena esposte nel contro-quesito referendario, quello ipotetico da noi immaginato proprio al fine di comprendere quanto fazioso, sbilanciato (a favore del SI) e dunque antidemocratico sia quello vigente, ahinoi vero e per nulla ipotetico.


Proprio per questo motivo, per evitare condizionamenti di qualsiasi genere, sarebbe stato il caso che il quesito referendario, come già in passato, fosse stato posto in modo del tutto neutro, senza cioè focalizzarsi su alcuni aspetti della riforma a scapito, ovviamente, di altri. Sarebbe stato il caso cioè che il quesito referendario non si trasformasse in una sottospecie si slogan pubblicitario a favore del SI, svalutando enormemente e portando a rango di televendita un appuntamento, quello referendario, di enorme importanza e centralità nella vita democratica del paese.


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